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INSEGNANTI DI RELIGIONE - PROBLEMATICHE

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INSEGNANTI DI RELIGIONE - PROBLEMATICHE

E’ con vero piacere e  stupore  che lo Snals prende atto della richiesta, di un incontro urgente sulle procedure di assunzione dei docenti precari di religione, inoltrata dalla Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e Gilda Unams/Snadir al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e alla Direzione Generale del Personale MIUR, dove si legge che “la bozza di bando non prevede alcun beneficio per coloro che pur avendo superato il concorso del 2004 non sono stati assunti in ruolo e che per tali ragioni si richiede una procedura semplificata di assunzione”.

A tal proposito è utile ricordare che solo qualche mese fa, alcune OO.SS., contrariamente alla posizione dello Snals che ha sempre proposto un concorso semplificato e riservato, caldeggiavano, invece, un concorso ordinario.

Lo Snals, sin dai primi incontri al MIUR su tale problematica, ha sempre sostenuto la discussione per ottenere una procedura di assunzione più rispettosa delle legittime aspettative dei docenti di religione.

Vale la pena ricordare che a tale nostra richiesta il Gabinetto della Ministra Fedeli, il 28 settembre 2017, precisava che l’iter per l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione sarebbe stato possibile solo attraverso un concorso ordinario, appellandosi alla legge 186/2003 che ha stabilito che soltanto il primo concorso deve essere riservato e tutti gli altri dovranno seguire la procedura ordinaria.

Contro tali prese di posizione da parte dell’Amministrazione, lo Snals ha continuamente ribadito che la Legge 107/2015 nella parte dedicata al reclutamento e formazione prevede una fase transitoria atta a dare risposta alle aspettative di chi ha già acquisito una abilitazione all’insegnamento o ha lavorato per tanti anni nella scuola.

Al tempo stesso ha fatto rilevare che siffatta procedura andrebbe a sanare la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul precariato  che obbliga l’amministrazione ad assumere con contratto a tempo indeterminato coloro che hanno un servizio di almeno 36 mesi su cattedre libere.

In conclusione, ribadiamo il nostro compiacimento per quanti vogliano adoperarsi alla soluzione di tale problematica, rimane, comunque, nostra intenzione continuare a sostenere le legittime rivendicazioni dei docenti di religione mettendo a loro disposizione tutti gli strumenti utili per conseguire i risultati a cui legittimamente aspirano.

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