I margini di manovra di cui aveva parlato lo SNALS-CONFSAL nel precedente comunicato e su cui ha continuato ad operare trovano ora un riscontro concreto con l’approvazione da parte delle Commissioni Bilancio e Lavoro della Camera di una risoluzione che impegna il Governo a reperire, nel quadro delle complessive compatibilità finanziarie, le risorse necessarie per la copertura del provvedimento.
L’azione di pressione del sindacato continua e non si fermerà se non dopo aver ottenuto l’approvazione del provvedimento che deve sanare una ingiustizia da cui il personale della scuola è stato colpito.
Riportiamo di seguito il testo della risoluzione:
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00313
presentato da
SALTAMARTINI Barbara
testo di
Mercoledì 26 marzo 2014, seduta n. 198
Le Commissioni V e XI,
premesso che:
il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, non differenzia la normativa previdenziale relativa al comparto della scuola rispetto a quella degli altri settori pubblici e privati, non tenendo in alcun conto il fatto che i lavoratori della scuola possono andare in pensione un solo giorno all'anno, il 1o settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti, per le giuste esigenze di funzionalità e di continuità didattica;
di tale specificità, espressa anche nel regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 aprile 1998, n. 351, si è invece tenuto sempre conto in tutte le normative in materia pensionistica antecedenti la cosiddetta «riforma Fornero»;
è stata ampiamente manifestata da tutte le forze politiche in sede parlamentare l'esigenza di garantire il rispetto della specificità della condizione del personale della scuola e, conseguentemente, l'eguaglianza di trattamento tra tutti i lavoratori in relazione ai requisiti per il pensionamento, prevedendo che i requisiti per il pensionamento, previsti dalla normativa antecedente alla «riforma Fornero», continuino ad applicarsi ai lavoratori della scuola che abbiano maturato gli stessi requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449;
la platea dei soggetti interessati da tale misura sulla base di una ricognizione effettuata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dovrebbe ammontare a circa 4.000 unità, con un onere stimato dall'INPS in circa 35 milioni di euro per l'anno 2014, 106 milioni di euro per l'anno 2015, 107,2 milioni di euro per l'anno 2016, 108,4 milioni di euro per l'anno 2017 e 72,8 milioni di euro per l'anno 2018;
si tratta, quindi, di risorse consistenti che, per essere reperite nel quadro delle complessive compatibilità finanziarie, richiedono un forte coinvolgimento del Governo,
impegnano il Governo
a individuare, entro 20 giorni, le risorse necessarie ai fini dell'adozione di urgenti iniziative normative volte a prevedere che i requisiti per il pensionamento, previsti dalla normativa antecedente alla «riforma Fornero», continuino ad applicarsi ai lavoratori della scuola indicati in premessa che abbiano maturato gli stessi requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.
(7-00313) «Saltamartini, Gnecchi, Marchi, Castelli, Palese, Marcon, Misuraca, Borghesi, Librandi, De Mita, Corsaro, Tabacci, Di Salvo, Airaudo, Placido, Fedriga, Pizzolante, Mottola, Incerti, Maestri, Gribaudo, Gregori, Miccoli, Giacobbe, Simoni, Zappulla, Albanella, Baruffi, Bargero, Paris, Giorgia Meloni, Tripiedi, Dellai, Polverini».