La riunione è stata assolutamente deludente e ha portato i rappresentanti di tutte le OO.SS rappresentative, con l’eccezione dell’ANP, ad abbandonare il tavolo.
L’amministrazione, rappresentata dal Capo Dipartimento Dott.sa De Pascale e dai Direttori generali Dott. Greco e Dott.sa Palumbo, ha introdotto gli argomenti all’ordine del giorno gradualmente ed ha iniziato presentando le linee in base alle quali è stato predisposto il D.M. di riparto dei 200 milioni di euro previsti dalla legge tra le istituzioni scolastiche. E’ stato precisato che la bozza di D.M., non presentata nella sua formulazione alle OO.SS., è alla firma del Ministro.
I criteri di riparto utilizzati sono due:
1) 80% della cifra viene suddivisa sulla base del personale di ruolo in servizio;
2) 20% della cifra viene suddiviso sulla base degli indicatori, a cui viene attribuito per tutti lo stesso peso, relativi a: alunni disabili, alunni con cittadinanza non italiana, complessità del territorio, numero medio degli alunni per classe.
Dai prospetti illustrativi che sono stati consegnati si desume che l’importo medio per scuola si attesta tra 21.500 e 22.000 euro – lordo stato - (N.B. come fatto rilevare il valore medio è di scarso significato visto che si varia da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 72.500 euro) e che l’importo medio per docente di ruolo è pari a 276 euro (N.B. questo dato è ancora meno significativo dato che le risorse non potranno essere distribuite a pioggia). Inseriamo in area riservata tali prospetti.
Su questo aspetto si è fatto rilevare come la legge 107, al comma 126, prevede “il riparto a livello territoriale e tra le istituzioni scolastiche in proporzione alla dotazione organica dei docenti …..,” e non, quindi, in base al numero di docenti di ruolo. Purtroppo, ma è previsto dal comma 128 della stessa legge 107 i destinatari sono da individuare tra il “personale docente di ruolo”, continuano, anche in questo caso, a penalizzare, come sottolineato dai sindacati, il personale precario anche se con nomina annuale.
In relazione alle problematiche inerenti la costituzione dei comitati di valutazione e il loro funzionamento la posizione illustrata dall’amministrazione si può riassumere, ai soli fini della formulazione dei criteri per l’attribuzione del “bonus”, nei seguenti punti:
a) il comitato può ritenersi costituito anche in assenza di una componente;
b) le sedute sono valide con la maggioranza dei componenti effettivi (N.B.: la legge 107 non prevede la nomina di supplenti) e le delibere sono valide se prese a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi.
L’amministrazione è passata, poi, ad illustrare i motivi per cui, a suo parere, nonostante la legge 107 al comma 128 definisca il “bonus” come “….. natura di retribuzione accessoria” non riteneva necessario un passaggio contrattuale a livello di scuola.
A questo punto le delegazioni dello SNALS-CONFSAL insieme a quelle di FLC CGIL, CISL scuola, Uil scuola e Gilda-Unams, quindi con la sola eccezione dell’ANP (ognuno può fare le sue valutazioni…), hanno scelto di abbandonare la seduta di informativa. Ciò in considerazione del fatto che si continuava a non tener in alcun conto le argomentazioni già sollevate in precedenti incontri che evidenziavano come, trattandosi di retribuzione accessoria, non potevano essere esclusi i dovuti passaggi di natura contrattuale e che, inoltre, nella proposta formulata non venivano esplicitamente salvaguardate né le prerogative del Collegio dei Docenti né quelle negoziali delle RSU in materia di salario accessorio.